La psicologia all’interno delle organizzazioni – parte 1

La psicologia all’interno delle organizzazioni – parte 1

Spesso sono a caccia di corsi, sia per la comunicazione tecnica che per la gestione aziendale e mi è capitato di scovare e seguire con Feltrinelli Education un corso di psicologia, che è un’altra mia passione, in cui il relatore è stato Massimo Recalcati.
Personalmente ho piena stima per il Professore, se non altro per la semplicità con cui riesce a spiegare la psicologia alle persone come me che non hanno piena coscienza di Freud o Lacan. Mi sono visto tutte le puntate di Lessico Familiare, su Rai3, oltre a leggere molti suoi libri. Crozza ne ha fatto anche una imitazione nel suo show.

Il Corso era titolato “Leggere la dinamica delle organizzazioni” e le tre puntate erano titolate:

  • I discorsi, l’inconscio, l’altro
  • Riconoscere i problemi e riattivare le relazioni: le organizzazioni vitali
  • Ripensare la leadership: codici inconsci e funzionamento

Quando si può dire che un’organizzazione va bene? Questa la domanda di fondo della discussione e del corso. Quando l’organizzazione respira bene, è vitale, è generativa, ha energia, ha risorse. Quando è in grado di articolare i due codici fondamentali che ordinano da sempre la vita degli individui e di conseguenza delle organizzazioni: il codice materno e il codice paterno. Per inquadrare questi due codici dobbiamo riflettere su una dichiarazione fatta dal professore: possiamo decidere di non essere madri, possiamo decidere di non essere padri, possiamo non essere né fratelli, né sorelle ma non possiamo decidere di non essere figli.

Il codice paterno, ossia gli insegnamenti del padre, devono dare la possibilità che la legge (legge=padre) sia accordata col desiderio (desiderio=madre). NO al patriarcato, NO al padre padrone. Il codice paterno non deve soffocare o inibire il desiderio, la vitalità. La legge scrive nel cuore dell’uomo il senso dell’impossibile: non posso essere tutto, non posso avere tutto, non posso sapere tutto, non posso fare tutto.

La legge del padre introduce la regola dell’impossibile che deve servire a far esistere la possibilità del desiderio. Dall’altro se prevale il desiderio sulla legge si arriva all’inconcludenza. L’organizzazione non produce risultati e non raggiunge gli obiettivi.

Il codice materno invece trasmette fiducia, del soggetto verso l’altro e verso se stesso, cura le relazioni. La madre è il veicolo fondamentale per attivare il sentimento di fiducia e responsabilità, preserva la differenza fra i bisogni e i desideri. La funzione materna come amore per il particolare (mentre il codice paterno è amore per il generale). Se il codice materno si trasforma in maternage allora si ha la patologia, si ha salvazione, assistenzialismo, vittimismo. Se il nome è meno importante del numero si ha insoddisfazione, incuria e le relazioni all’interno dell’organizzazione assumono un carattere anonimo. L’assenza di ascolto scaturisce insoddisfazione. Il codice materno rende ogni relazione particolare, 1 ad 1.

All’interno dell’organizzazione si deve attivare il codice di fratellanza, si deve coltivare il narcisismo di squadra, il codice paterno si mescola al codice materno. La legge è accordata (musicalmente) al desiderio. Quando c’è disaccordo fra legge e desiderio si ha la patologia.

La prima patologia è la prevalenza della legge sul desiderio. Ci sono organizzazioni che funzionano, sono normate, sono disciplinate ma il prezzo è lo spegnimento del desiderio. Manca la dinamicità.

La seconda patologia si genera al rovescio per una prevalenza del desiderio sulla legge. L’esistenza del desiderio è la disattivazione della legge. Il fenomeno tipico è l’inconcludenza, non si raggiungono gli obiettivi e non si producono risultati. Il desiderio senza legge è cieco. Molte associazioni di volontariato o sociali ma anche private che sono animate dal desiderio del fondatore si accordano alla legge ma il desiderio non acquisisce forma. La legge senza desiderio è vuota.

Nel prossimo articolo entreremo nel merito dei quattro codici che regolano la vitalità delle organizzazioni, a presto.

 

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Alessandro Pratelli

Perito aeronautico, calsse '72. Lavora come redattore tecnico dal 1995 poi fonda AP Publishing. Appassionato di Direttive e norme tecniche. La frase che preferisce? "Se non alzi mai gli occhi, ti sembrerà di essere nel punto più in alto".